26 settembre 2022, quale comunicazione per il sistema Paese?
L'inedita stagione di un Paese impegnato in una campagna elettorale estiva e l'articolazione, talvolta frettolosa, della compilazione dei programmi elettorali proposti agli elettori impongono più che mai di restare focalizzati sugli appuntamenti e sulle sfide che attendono il continente europeo, l'Italia e le comunicatrici e i comunicatori pubblici nei prossimi mesi.
Qualsiasi Governo verrà fuori dalle urne del 25 settembre dovrà misurarsi con scadenze, adempimenti e pianificazioni in cui la comunicazione pubblica e istituzionale diventa parte essenziale per non derubricare la guida del sistema Paese ad autocrazia scollegata dalle persone, con tutti i disastri che essa porta con sé.
La progressiva disaffezione alle urne degli ultimi anni e la paventata stravittoria del partito del non voto a queste elezioni politiche ne è solo il sintomo più evidente e, per giunta, non il più grave.
Qualsiasi Governo l'Italia avrà nei prossimi mesi si dovrà misurare con la ricostruzione della relazione con i cittadini, sviluppando una azione strategica omnicanale, pensata, programmata e attuata con competenza, visione, innovazione, responsabilità.
In gioco ci sono la tenuta dei conti pubblici, la capacità della comunità di fare proprie rinunce o sacrifici oggi necessari e, non ultima, la coesione sociale.
Per "Comunicazione Pubblica" la stagione che inizia è ricca di nuove collaborazioni, di iniziative di formazione sempre più centrate sui bisogni formativi dei professionisti e delle Istituzioni, sempre più omnicanale, sfruttando con consapevolezza e responsabilità tutti gli ambienti, gli strumenti e i canali per dialogare con le cittadine e i cittadini.
Un programma di divulgazione, formazione e di aggiornamento professionale in linea con le competenze di cui la PA ha bisogno per essere tale: dal diritto alla sociologia, dalle neuroscienze al cerimoniale, dall'intelligenza artificiale al linguaggio del corpo, dalla gestione del conflitto all'immagine coordinata, dalle piattaforme digitali allo sviluppo sostenibile.
C'è urgenza di una formazione per la PA – a cominciare da chi ha responsabilità di governo e di spesa – per riposizionare la comunicazione come asset della cosa pubblica e non come strumento di costruzione del consenso o del prestigio del singolo, a spese della collettività.
Sul tavolo ci sono il PNRR, l'attuazione dell'Agenda 2030, l'occasione persa del PIAO e lo sviluppo della trasparenza, dell'ascolto attivo e dell'integrità come requisiti strutturali dell'agire pubblico e di governo della spiegazione.
Come organizzazione che da più di trent'anni stimola l'innovazione del Paese nella traiettoria europea, anche in questa stagione difficile, "Comunicazione Pubblica" darà il proprio contributo a fianco delle istituzioni nazionali e territoriali, nel rafforzare la rete dei manager della complessità in uno scenario che confonde, spesso colpevolmente, il riduzionismo con la semplificazione.